Mercoledì, 17 Febbraio 2021 13:23

Dirigenti dell'anno: Umberto Busani per il CUS Verona Pallacanestro!

basket umberto

Anche il CUS Verona Pallacanestro torna finalmente sul parquet.

Ce lo racconta con soddisfazione Umberto Busani, da sei anni dirigente della sezione basket, scelto come Dirigente dell'Anno 2020 per il suo impegno instancabile in una fase difficilissima, piena di ostacoli ma anche di sfide da affrontare con tenacia e una buona dose di creatività. Dalla chiusura totale della scorsa primavera, alla ripresa delle attività, con uno sguardo pieno di speranza ai campionati.

 

Umberto, una bella soddisfazione...

Sono felice di questo premio come Dirigente dell'Anno, un riconoscimento inaspettato ma molto gradito, perchè ci stiamo impegnando davvero tutti per fronteggiare questa situazione complicata.

 

Facciamo allora una panoramica su come è andato il 2020.

La nostra attività si divide al momento fra online, pista di atletica e il rientro in palestra. Con il primo lockdown, come CUS Verona Pallacanestro, siamo stati fra i primissimi nel basket a proporre allenamenti online. Per tutti era una situazione nuova e molti ragazzi hanno aderito. I nostri allenatori, che sono atleti e studenti di Scienze Motorie, si sono organizzati con Zoom, c'era un costante contatto coi ragazzi, di cui va dato merito a Alberto Zanetti, nostro responsabile. Poi, verso l'estate, abbiamo potuto riprendere l'attività in palestra, e anche qui è doveroso un grazie al Comune di Verona che ci ha concesso alcuni spazi in città. I protocolli prevedevano autocertificazioni per i ragazzi, prova della temperatura e igienizzazione di mani e scarpe, oltre che distanziamento fisico. Per i più giovani, abituati a contatto fisico e anche a gesti spontanei come lo scambiarsi le borracce, non è stato un impatto semplicissimo, ma è stato un sollievo per i genitori permettere ai figli di tornare finalmente a muoversi. Lo dimostrano i numeri importanti.

Poi, la situazione si è evoluta fino al ritorno agli allenamenti a pieno regime, e purtroppo a una nuova sospensione.

 

Quali sono le prospettive, adesso?

Abbiamo ripreso con gli allenamenti online, abbiamo mantenuto gli allenamenti all'aperto sulla pista di atletica, e ora si profila finalmente il ritorno in palestra, con le strutture di Casorati e Gavagnin, più il Liceo Copernico. Ora ripartiamo, sempre nel rispetto del protocollo e vedendo la risposta dei ragazzi in termini di numeri, prima dell'inizio delle attività agonistiche sono previsti i tamponi rapidi.

 

E per il ritorno dei campionati?

Ripartiamo da allenamenti propedeutici, ma non sarà un focus solo sull'aspetto di preparazione fisica, perchè la Federazione auspica la riapertura dei campionati. Già si stanno avviando i più importanti, dalla serie B alla C femminile, e a cadere le altre categorie.

Noi speriamo di tornare presto in campo coi senior, partecipiamo a diverse categorie sia maschili che femminili, ma anche con le giovanili, che hanno un estremo bisogno di giocare e di confrontarsi. Vedo che alcuni hanno perso la voglia, e questo è molto negativo, fisicamente e mentalmente. E' essenziale riprendere i rapporti sociali, con tutte le precauzioni del caso, ma i campionati giovanili sono alla base di tutto. Per la futuribilità agonistica dell'atleta, ma anche per i rapporti sociali. Noi abbiamo diversi campionati spospesi, dalla Under 18 femminile con l'Alpo, U16 e U14 con San Bonifacio, e tutti i maschili, dalla Under 18 in giù fino al minibasket. Quest'ultimo, probabimente, non ripartirà, ma quelli giovanili sì, se la partecipazione sarà sufficiente. Chiaro che siamo in ritardo a livello di calendario, vedremo come si organizzeranno i campionati, ma farli ripartire è un segnale importante per i nostri ragazzi. Mancano a tutti le trasferte, i momenti di condivisione.

 

Capitolo Baskin?

Mi dispiace molto che non potrà ripartire il campionato di Baskin, che vede Cus e Ghost Baskin uniti in questa disciplina di basket integrato che, appunto, unisce disabili e normodotati che giocano insieme. E' uno sport che si basa sulla collaborazione dei giocatori in campo, che giocano insieme, in un campo con quattro canestri, come nel basket, ma con l'integrazione degli atleti disabili nelle strategie di gioco. Una valvola di sfogo importante e che dà senso di appartenenza agli atleti, un grande peccato che non sarà possibile farli ripartire.

 

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